Il vento tra gli agave | Inserto Infodemico 12
Perché le orecchie hanno i lobi; la moda dell'1%; fotografi da Istanbul e Milano; il legame tra amicizia, solitudine e fascismo; libri per l'autunno
Sempre con le scarpe sbagliate
I link infodemici del mese
Fuori da qui: language coaching; link a podcast e interventi, a LinkedIn, a Instagràm, a Notes, all'archivio di Catrame
Catrame Amarcord:
Tempo di lettura: 11 minuti, meno se passate direttamente ai link.
Ciao compas,
Ben ritrovate e ritrovati.
Come state?
1. Deserto e mare insieme, linfa per il mio cuore
Sto scrivendo questo numero durante la mia vacanza, perché come dicevo qui, per me Catrame non è lavoro, ma uno spazio di espressione che amo.
Catrame è il mio giardino, il mio parco giochi, dove gioco, sbaglio, reinvaso le piante, sto coi vestiti coi buchini che si usano per il giardinaggio. Con le unghie sporche di terra.
In questo ventosissimo pezzo di Spagna ci era venuto Sergio Leone, prima che nascessi, a girare i suoi film.
Arrivando con l'aereo mi è stato chiarissimo il perché: è veramente un deserto, questo di Almería. Ho avuto lo stesso impatto visivo di quando atterro negli Emirati o in Oman andando in Asia: ammazza, non c'è niente. Wow, ma quanta polvere?
Sto leggendo tantissimo, camminando un sacco, facendo pennichelle di anche due ore; sottovalutando il sole che tanto è ottobre e mi sono già strinata un paio di volte (al sesto giorno, direttamente insolazione); esplorando cale e calette; camminando a mezza costa; attraversando vallate di terra rossa e cactus, camminando su sterrati fiancheggiati di cartelli arrugginiti, pochissimo traffico e dal set cinematografico di un gruppo di una scuola di cinema tedesca, che sta girando un corto ambientato in Kurdistan: il passaggio è simile.
Non mi considero una camminatrice, una hiker. Se mi dici andiamo a fare hiking o trekking, mi blocco e ti guardo dicendo nomaiosonolentanonsonocapace. Un ex amatissimo, che era dell'età da aver fatto il militare, praticamente il mio unico compagno che non aveva fatto obiezione di coscienza, veniva dalla Sicilia orientale ed era finito a fare la naja nelle montagne friulane.
È stato una delle persone che mi ha convinto più spesso a camminare, principalmente perché aveva capito come prendermi se voleva che andassimo insieme: portare un picnic da gara nello zaino se non c'era cibo alla fine; rispettare i miei ritmi di persona non allenata o abituata come lui; non chiamarlo mai con nomi tecnici, ma vendermelo come “Paola, vitamia, andiamo a fare una passeggiata che ho trovato un sentiero che è bellissimo”. L'ingegnere aveva capito l'importanza della semantica.
Anni dopo, dopo che lui era mancato, avevo trovato la stessa pazienza, la stessa fibra gentile, in suo fratello, quando mi aveva convinto a nuotare lontanissimo per vedere una certa scogliera: ma io non nuoto bene come te, sono lenta. E che fa? Ti aspetto.
I fratelli Effe, che mi avevano insegnato che l'amore, ad esempio, è anche pazienza. È andare più lentamente per includere chi è meno capace, ma la cui presenza ti rende più felice dell'andare velocemente… senza di loro.
Vado spesso vestita nel modo sbagliato. Una volta sono finita a 1500m sul cammino di una malga con una gonna batik e le Birkenstock, “come se ti avessimo direttamente teletrasportato da un'isola thai”, disse l'amico che mi aveva portato, mentre mi faceva una foto insieme ad una mucca col campanaccio. Banalmente, arrivavo da Venezia ad agosto, dove fa caldissimo, e andare a mangiare gnocchi di malga in Cimbria era stata un'idea estemporanea, quando mi ero fermata dal mio amico-fratello a Verona.
La chiave, ovviamente, sono gli gnocchi di malga: loro, o una polentina, o qualunque cibo e vino deliziosi si trovino a fine cammino, sono una delle poche cose che mi convincono a camminare volontariamente in salita per più di dieci minuti senza brontolare, senza avere brutti pensieri su chi mi ha convinto a farlo. Questo in montagna.
Al mare, il discorso cambia: se mi metti a camminare vista mare o oceano, il mio cuore di capra/elefante marino triplica la sua capacità di salire e scendere scarpate, camminare distanze anche lunghe, tipo farsi 17 km a piedi e passa in un giorno, su e giù per le dune di Cabo Polonio, tra i pini, alla ricerca delle rovine di un monastero greco nel Levante, all'ombra dei pini per arrivare a una spiaggia deserta e meravigliosa, giù da una scarpata costellata di agave.
Da quando lavoro in proprio e in digitale, e quindi sto seduta molto più di quando andavo in classe e mi muovevo tutto il giorno in giro per le scuole o le aziende, il mio corpo sente molto più forte il bisogno di muoversi, e la gratitudine per quando lo può fare in posti dall'orizzonte così aperto che i polmoni ringraziano tanto quanto le gambe e il cuore.
Questo posto ha spazi così ampi che, per la prima volta, ho avuto in Europa la stessa sensazione che finora avevo provato solo nelle Americhe: quella dello spazio che mi apre i bronchi.
Quella sensazione che ho avuto quando sono andata in Sudamerica per la prima volta, di spazi enormi e poche persone, l'ho ritrovata qui, in maniera inattesa.
Il compagno Martín conferma che non sono folle.
Ah, e sempre per quella storia della gratitudine: raga, ma che privilegio poter viaggiare a ottobre andando verso Sud.
Io non ho figli che mi hanno tenuto legata al calendario scolastico per anni e anni, ma come ex insegnante sono stata comunque legata a quei ritmi per molto tempo, con alcune rare eccezioni.
Ottobre in Andalusia è una cosa che vedo molto per i miei futuri compleanni.
Ci arrivo bene, le persone sono adorabili, ci sono pesce e frutti di mare ovunque, in porzioni abbondantissime.
Considerato come mi sono sentita l'ultima volta che sono andata nella mia amata Stromboli a fine stagione, l'ultima volta di molte – povera, principalmente, e derubata, secondariamente, da un ceffo che mi ha fatto pagare una quantità assurda di denaro per due pizze per poi dirmi, ah, vivi a Barcellona? Ci sono stato, è cara. (Ah perché invece il ristorante tuo è la beneficenza, proprio.)
Questa zona di colline, agave e terre rosse è una consolazione validissima e più a portata di mano.
Iddu mi manca tanto, non dico di no.
Però finché la situazione dei prezzi resta com'è, la prenderò come una spinta verso l’esplorare altre parti del paese dove vivo, che è veramente grande, fra l'altro.
Una volta vi devo dire di quanto mi è preziosa Stromboli, e di quella volta che sono andata a inseguire lo spirito di mio padre su per le scarpate di Filicudi.
Un'altra volta, però.
Passiamo ai link del mese.
2. La Rassegna Stampa Random del mese
Questo pezzo di
mi ha colpito molto, soprattutto mi ha fatto porre sempre più forte la seguente domanda: ma la gente dove cazzo trova il tempo di guardare tutti sti video? Come fanno? Io se mi ostinassi a guardare le cose ne consumerei molto meno. Per me Spotify batte YouTube mille a zero, anche solo perché non mi chiede attenzione sia visiva che uditiva e posso ascoltare i podcast mentre cucino, pulisco casa, faccio la spesa. Io sono dipendente da Pod Save America: ascoltato, ne sento quasi tutti gli episodi, su YouTube, mi rompo dopo pochissimo a guardare questi quattro bros parlare di politica e comunicazione politica per un'ora e passa, pure se mi fa parecchio ridere come lo fanno. Ma a me piaceva di più la radio della TV pure da ragazza, quindi palesemente la mia opinione non conta.Mesi fa sono incappata nel lavoro di Marco Merati, detto Bovjjsa. Lo trovate qui: https://www.instagram.com/bovjjsa è un fotografo che ritrae il quartiere di mia madre, e che come me, vede la poesia nelle fabbriche abbandonate, in alcuni casi reclamate dalla vegetazione, come nella Goccia, a Milano. Che vi devo dire. Una volta, io, Marco Merati e Vasco Brondi finiremo intorno a un tavolo a parlare della poesia delle fabbriche abbandonate, e sarà epico.
Han Kang ha vinto il premio Nobel per la letteratura (qui un podcast in francese che parla della sua produzione letteraria in generale), e tuttə parlano della Vegetariana (che dentro Catrame ho nominato già un paio di volte, poiché è un libro fortissimo e che mi ha parlato assai. In questo articolo di otto anni fa si parla della genesi del suo altro libro potentissimo, Atti Umani, che ho consigliato circa un anno fa, e che è un calcio sui denti… Ma che se vi interessa la Corea per davvero va letto, ecco.
Lo so che sembro matta e un po’ ossessiva, forse, a rompere sempre le balle sul fatto che la Corea non è solo K-pop e chirurgia estetica, ma veramente, c’è tanto di più e molto di questo tanto è oscuro. È un po’ come la mia lotta contro il ritrarre la Thailandia come la terra dove tutti sorridono sempre: non mi piacciono i ritratti a una dimensione.
Se la moda è parte integrante dell’impero dei segni, non è frivolo leggere di moda. Questo pezzo parla del senso del vestire dell’1%, guardando agli Stati Uniti (dove spesso il minimalismo è, diciamo, incompreso) e alla serie Succession, che per tante di noi ha rappresentato una finestra inquietante sulla vita di questo 1%. Mi era piaciuta eh, quella serie, ma mi aveva anche fatto venire fuori un po’ il piccolo Robespierre che mi vive dentro.
Di nuovo un link al lavoro di un fotografo, in questo caso Hezarfen_34, di cui non so nulla, tranne che fa foto meravigliose. Il post che vi ho linkato, nello specifico, è del giorno che ha esplorato e ritratto il mio vecchio quartiere a Istanbul 💙🧿
La rassegna infodemica continua dopo il momento manifesto:
Il mio obiettivo è aiutarvi ad aumentare la diversità culturale presente nelle vostre vite.
È un modo diverso (e adorabile) di fare politica.
Se il diverso lo ascolti, lo conosci, lo leggi, tenti di capirlo, da una posizione di apertura e curiosità, apprendendo dai e dei modi altrui di stare al mondo, è più difficile essere chiusi e bigotti.
Il viaggio non è alla portata di tutti.
La cultura può permettere di aprirsi anche a chi non può o non vuole muoversi.
Gli abbonamenti sono un impegno, e io voglio che per ora ci sia libertà da entrambe le parti. Però, se potete, ovviamente aiuta, perché il capitalismo:
Se volete sostenere Catrame, potete farlo con una donazione libera una tantum su PayPal, cliccando qui sotto. 2€, 5, 10 – vale tutto, e se mi conoscete saprete che andrà tutto in cibo, libri e ogni tanto biglietti aerei, o del treno.
Allora, in maniera piuttosto adatta, ho letto questo pezzo nel mezzo di una botta di insonnia notturna. In pratica, c’è gente adulta là fuori che sta avendo un problema serio con il sognare ad occhi aperti, tipo che stanno così tanto meglio in questa dimensione di sogno ad occhi aperti che nel mondo reale che finisce che trascurano il mondo reale, perché sostanzialmente fa molto più cagher di quello che creano nelle loro menti. Io devo dire che mi ricordo che ero un po’ così a 12 anni, circa. Anche se nemmeno a 12 anni ho mai trascurato la scuola, per dire, cioè, sono sempre stata abbastanza noiosamente centrata. Però cazzo, che storie che mi inventavo. Alcune persone lo chiamano “reality shifting.” Non so, raga, è la roba più strana che ho letto nell’ultimo mese, se volete dare un’occhiata è in inglese e non c’è paywall.
Se a volte vi sentite solə, come se non aveste il gruppo di amici che tutt3 hanno, sappiate che quella storia del gruppo di amici di una vita per molti versi è un topos letterario e cinematografico e poco più. La realtà è che, purtroppo, famiglie e coppie fagocitano le amicizie, in età adulta (ci sarebbe da scrivere un numero intero, sulla gerarchia degli affetti.)
Questa storia della solitudine ha anche risvolti politici: questo articolo si riferisce alla realtà americana, ma a occhio e croce, che chi soffre di solitudine sia più vulnerabile al bisogno di appartenere che sfruttano molti gruppi di estrema destra potrebbe essere pure una dinamica visibile anche in Europa. Dico Europa perché non ne ho parlato qui, ma avete visto come sono andate le elezioni in Austria e Germania. Sembra una riedizione della repubblica di Weimar (e noi non siamo messi meglio.)
La risposta a una domanda che non mi ero mai fatta: perché le orecchie umane hanno i lobi? Qual è il senso di esistere di un lobo di orecchio umano, oltre che essere espositore di orecchini?
I consigli di lettura di Goodreads per l'autunno, detto anche la stagione di tisana libro e copertina, detta anche spooky season se siete ggiovanih o se avete TikTok.
Una serie di podcast di Radio France sulle leggende della musica africana, se avete voglia di scoprire nuovi orizzonti, e praticare il francese sulla strada.
3. Logistica: parlare inglese con gioia e cazzimma; LinkedIn, Instagram, link a Notes e all’archivio
Ci vediamo su LinkedIn? Sono coach ICF di Neurolanguage Coaching®,e scrivo lì di quello che faccio fuori da Catrame, cioè lavorare, mi dicono che sia necessario.
Lavoro online e da sola, perché le scuole di lingue, in media, trattano non male gli insegnanti: li trattano malissimo. Li sottopagano e li forzano pure a usare libri e metodi senza senso. Quindi, io ho detto basta, ed eccoci. Qui, qui, e qui, potrete leggere meglio di che si tratta, e di come funziona la faccenda. Su LI, parlo di apprendimento linguistico, e dei trabocchetti mentali che ci tendiamo per svicolare dal parlare 💙
Se stai pensando di lavorare con me, parliamone. Se vuoi prenotare la tua chiamata per conoscerci, vai qui e prenota i tuoi 20 minuti insieme, senza impegno, per sapere come funziona la faccenda.
Su Instagram sono @migrabonda. Meme, pensieri, podcast, cose di libri e minchiate, a volte mondo reale. Come qua, ma più stupidino.
Se usate la app di Substack, possiamo seguirci anche sulla sezione Notes: pensieri estemporanei, repost di cose che mi ispirano, o mi hanno parlato.
È la prima mail che ricevi? Qui trovi l’archivio di tutte le altre :)
4. Catrame Amarcord
Un numero vecchio da andare a spulciare.
E anche per questo Inserto Infodemico, mie care, miei cari, abbiamo finito.
A presto, e grazie di esserci 🧿
Pao
I lobi delle orecchie: me lo sono sempre chiesto (e non leggo quasi mai le liste di link, ma questa era stupenda) e poi tutto il resto. Bellissima!
[Una volta, io, Marco Merati e Vasco Brondi finiremo intorno a un tavolo a parlare della poesia delle fabbriche abbandonate, e sarà epico. ] 😂😂😂