Ciao :)
Come stai?
Ti scrivo il 2 gennaio perché spero che siate ancora tutti in vacanza.
E se hai dovuto tornare al lavoro (come succedeva a me quando lavoravo per gli americani), spero che tu non abbia un kezzo da fare 💙
Io ho passato un Natale demmerda con 38 e passa di febbre e non ho potuto fare niente di quel che avevo in mente di fare (pranzare coi miei amici, andare un giorno fuori città al mare, scrivere con Beth Kempton per la sua Winter retreat nonostante l'inverno spagnolo sembri l'estate inglese e lei parli di buio, ma so che il suo e il mio buio hanno livelli diversi) e non so cosa farò a Capodanno.
Magari nulla.
È che ho la testa altrove.
Ora ti dico.
Questo mese:
Premessa alla notiziona
Perché essere una stupida farang a Bangkok mi ha ricablato il cervello
Di ritorni e di scoperte
Consigli punk-tango: donne migranti e due cantantesse
Consiglio di archivio da Città del Capo
Sbirri loschi nell'entroterra californiano
Bottoncini & logistica
Il sommario serve a farvi saltare meglio le parti che non vi interessano.
La lunghezza effettiva della vita è data dal numero di giorni diversi che un individuo riesce a vivere. Quelli uguali non contano.
Luciano De Crescenzo
Non è esotico, forse, ma è certamente saggio.
No: non sono incinta.
(Me lo chiedono tutti, quando dico che ho una notizia.)
Non mi sposo, non mi PACSo, casa ce l'ho già grazie agli dei, stanno e stiamo tutt3 bene, non torniamo a Buenos Aires, famiglia milanese bene, cognato porteño tuttappost’ a prescindere dai danni di Quello con la Motosega, per ora, insomma, niente di grave, anzi, al contrario.
Chi mi conosce personalmente, lo sa che ho lasciato Bangkok, ormai quasi sette anni fa, perché mi mancava l'Europa, e perché mi ero rotta di vivere in un regime militare, che non è che se non spacca la testa in pubblico ai cittadini è meno regime.
E’ solo più furtivo (concetto chiave per capire la politica di quelle longitudini).
E se non lo sapevate, ora lo sapete.
Mi mancava il Mediterraneo.
[Qui è dove parte il cuentito-pippone.
Per i consigli da gentedecultura, saltate a pié pari, io non mi offendo, abbiamo vite e cervelli occupati e stiamo anche digerendo il panettone.]
Era il 2015, e volevo passare un po' di tempo di nuovo vicino alle mie radici, che non sono solo italiane, ma decisamente mediterranee, fatte di radici contorte di ulivi, sì, pure se sono cresciuta a Milano in mezzo alle fabbriche abbandonate, e le cose mediterranee le vedevo quando andavamo a Roma per il richiamo annuale di romanità di mio padre, o in Grecia al grido di “tanto costa meno che andare in Sicilia se non sei dotato di un nonno con una casa sul mare”.
Io da casa di mia nonna vedevo la fabbrica dell’Alfa Romeo vuota. La guardavo con fascinazione, chiedendomi, cosa succederà, al di là di quei vetri rotti?
A un certo punto, era successo Gabriele Salvatores a girare Nirvana, ad esempio.
Ma torniamo a quando ho capito che sono mediterranea. Pure se sono bionda e ho gli occhi azzurri e in estate mi escono le lentigginine.
In Asia, ho capito che le mie radici erano fatte delle fabbriche abbandonate ed anche del profumo delle erbe raccolte da Zio Calabro in estate, rosmarino, timo, origano, salvia, raccolte in Liguria e in Toscana, essiccate e sminuzzate per portarle in Thailandia;
del profumo del sacchettino di lavanda essiccata che un'amica francese mi portò una volta a Bangkok dal giardino di sua madre, facendomi piangere, perché avevo un sacco di nostalgia di casa, e però per varie ragioni dovevo aspettare ancora 5 mesi buoni prima di fare un giro verso Ovest.
Tenevo quel sacchetto sul comodino per annusarlo prima di dormire, per le sue proprietà calmanti, e perché sapeva di estati d'infanzia, di casa.
Prima di vivere in Thailandia, avevo già viaggiato in Sudamerica per un anno circa.
Prima di allora avevo vissuto a Vienna per anni, insomma, ero stata ben lontana dalla regione mediterranea per circa 8 anni, dopo aver lasciato Istanbul.
Ora, sono stata lontana dal Sud-est asiatico per quasi altrettanto tempo, e anche se non è casa mia, è stata la mia casa d'elezione per 4 anni.
Quindi?
Quindi, ora che sono in Europa per un po', ho notato come alcune parti di me siano state cambiate e ricablate dall’aver dovuto decodificare un'altra realtà che non necessariamente capivo ogni giorno, per anni, lavorandoci pure e occupandomi di bambini.
Gli anni passano, ma quella sensibilità aumentata che ho dovuto apprendere per evitare figure demmerda e incidenti diplomatici, quella resta.
2. Scemo come un bufalo d’acqua*
*uno degli insulti preferiti dei bambini thailandesi, nonché come ci ci si sente ad essere tu quella diversa da tutti quelli che hai intorno
Non avete idea di quanta componente culturale ti devi mangiare, nel lavoro a scuola, e soprattutto, nell’interazione con le famiglie.
All’epoca invidiavo il mio ex, che aveva a che fare con thailandesi bangkokki hipster, anglofoni, vissuti all’estero, con gli occhiali dalle montature spesse e che capivano l’ironia occidentale, mentre io a scuola avevo a che fare con l’essere parte di un apparato che in una dittatura è strumento di potere, e mi sembrava di avere la museruola addosso ogni giorno.
I miei interlocutori non erano giovani thai hipster ma famiglie di yuppie di tutta l’Asia, dalla Thailandia alla Corea, dall’India al Giappone, con livelli di inglese dal nulla all’ottimo.
Tutti richiedevano strumenti di comprensione diversi, e tutti richiedevano l’applicazione di un filtro totale al mio sarcasmo romano ereditato, che si faceva vivo ruggendo davanti ad alcune (per me) assurdità.
Col senno di poi, dico che va bene così perché ho imparato tantissimo, in quegli anni.
Gli anni in Asia mi hanno messa in una posizione di costante non sapere, non capire, non essere in grado di leggere o parlare, soprattutto all'inizio, e questo, credo, mi ha cambiato in meglio come persona, perché ha spento molte pretese di arroganza e bastonato il mio ego.
Non è stato sempre facile per me vivere a Bangkok, ma rifarei tutto domani, senza alcun dubbio, perché essere lontane e fuori dal proprio elemento, a cuore e intelletto aperti, genera empatia e umiltà.
Tutte e due qualità utili alla vita.
Quando nel mio lavoro parlo ai clienti di vivere con gentilezza verso se stessi il proprio processo di apprendimento, il commettere errori, quando ricordo loro che i loro errori e le loro mancanze non li definiscono come persone, parlo per esperienza.
Essere la Straniera in luoghi lontani mi ha reso quello che sono.
Sempre cazzona, ma più consapevole.
Mi ha insegnato ad almeno cercare di non giudicare, perché non si può sapere cosa c'è dietro un certo comportamento o atteggiamento, individuale o sociale, pure se si crede di sì.
E se finisco per giudicare comunque, perché sono umana e soprattutto cagac*zzi e piomba, allora mi chiedo:
Che cosa mi dice questo giudizio della lente che *io* uso per guardare e dare un senso al mondo?
Che luce accende sul modo in cui giudico *me stessa*?
Ma, e quindi, Pa’?
Bello tutto, ma noi siamo qui per i libri, mica per i cazzi tuoi.
Cioè, non solo per i cazzi tuoi.
E avete ragione pure voi.
Scorrete fino al punto 4, se non vi frega una sega dei bufali d’acqua.
Io torno nel Sud-Est asiatico per un po', vado a lavare i panni nel Mekong, e volevo dirvelo bene,
con tutta sta premessa perché se per Martín, il mio compagno, è un andare, uno scoprire, per me questo movimento ha dentro anche un ritorno.
3. Non sottovalutare mai il ritornooo
Verso casa o ciò che chiami taleee
Un ritorno, dicevamo, a posti che sono stati casa, alla me di sette anni fa, che a Bangkok si è sentita crisalide.
Bangkok è un ottimo posto, per essere crisalide.
Bangkok o Barcellona, famosi per la caciara, sono per me case dove io faccio pochissima caciara e tantissime passeggiatine riflessive, cercando angoli di quiete.
Il bozzolo, poi, si è aperto a Barcellona, e la me di Barcellona non sarebbe se stessa realmente, senza la me di Bangkok alle spalle.
Questa gita è una celebrazione tardiva del mio 40° compleanno, trascorso in un trasloco stressante; del 40°del mio compagno, trascorso in isolamento a Buenos Aires, senza poter vedere nessuno.
Negli anni, entrambi abbiamo imparato in prima persona che la vita è breve, e che dobbiamo a noi stessi vivere l'oggi, perché non sappiamo mai cosa ci porterà il domani.
Sicuramente, la mia attività lavorativa risentirà un po’ della cosa, perché non avrò tempo e voglia di starci dietro come faccio normalmente, in questi mesi, ma… ไม่เป็นไร. Mai pen rai. Non importa.
Il lavoro dovrebbe sostenere la vita, non il contrario.
Che ne sai, di quanto ti resta da vivere?
Quindi, visto che siamo incredibilmente liberi e senza obblighi, metteremo il lavoro in secondo piano per un trimestre circa.
Andiamo a riabbracciare il mondo, respirando Tiger Balm, frittura e stinky tofu inclusi, onorando coloro che ci hanno insegnato che il mondo va abbracciato e amato, anche se loro stessi non possono più farlo.
Anzi, proprio facendolo così bene perché abbiamo avuto dei maestri pazzeschi nel farlo.
Chi non c'è più è sempre nel tuo cuore, comunque.
È il loro superpotere.
Catrame e Libertà se riesco comunque lo faccio, perché non è un dovere ma un piacere.
(Carosello: se però vuoi sostenere Catrame-in-viaggio e offrirmi un kopi-o, puoi farlo qui.)
Magari arriverà in momenti random, Catrame, magari ridotto che comunque lo leggi meglio, ma arriverà.
Anzi, userò lo spazio anche per raccontarvi come va, dove sono, cosa vedo, per qualche numero, poi torniamo alla base di storie e fuga dal reale, quando smette di fare freddo.
Torniamo in Europa con le rondini. Per il secondo anno di fila.
Un anno fa, a quest’ora, passavo i pomeriggi di caldazza porteña su un’amaca bianca di cotone, con una pergola di fiori rosa sopra e il gatto Gonzalo al mio fianco.
4. Un romanzo e due autobiografie
La faccio breve, perché sono andata lunghissima.
Qui c’è un romanzo italo-argentino che ti trasporta nel tempo, nello spazio, e nelle generazioni, tutto raccontato da acquerelli nitidissimi di una quantità enorme di donne di diverse classi, epoche, etnie, formazione. Volete immaginare com’è la notte nella caldazza degli anni 60 a Misiones, nel Nord? Il silenzio degli spazi remoti dell’isola di Chiloé? Cercare vostro padre in giro per Avenida Corrientes negli anni 60? Io l’ho adorato. E infatti la mia copia l’ho regalata a zia.
Qui c’è la fantastica storia della vita di Viv Albertine delle Slits. Non sapete chi è? Non vi piace il punk? Leggetelo lo stesso. Si legge come un romanzo, ed è pieno di personaggi squinternati che hanno il pregio di essere tutti veri. Io erano anni che lo volevo leggere, e nei periodi di stanchezza le biografie mi aiutano. Questa è una bella lettura.
Questo lo conoscete già, sicuramente, ma ve lo metto ugualmente, sempre perché quando il cervello fatica, le biografie di personaggi pazzeschi mi piacciono. Patti Smith, che altro vi devo dire? Io l’ho letto come primo libro dopo aver lasciato il mio lavoro fisso l’anno scorso. L’ho finito sotto un albero, nel calduccio di maggio del giardino della chiesa di Saint-Sernin, a Tolosa. Ho pianto così tanto sul finale che un fraticello di passaggio mi ha chiesto se avevo perso qualcuno (no, ma sì, frate, più o meno, sempre, mai). E’ bellissimo, leggetelo.
5. Consiglio di archivio dal Sudafrica
Il consiglio di archivio di questo mese viene da Città del Capo, ed è La Polvere dei Sogni di André Brink.
E’ così vecchio che non sto trovando granché di recensioni in italiano da mettere qui, eccetto questa, che del libro non dice niente, ma che vi lascio perché mi ricorda tantissimo come mi ero sentita io, a leggere questo libro nella lontana estate del 2002, quindi a vent’anni: trasportata, e un po’ incantata.
Vi lascio qui il link alla scheda di Feltrinelli, dove se volete potete anche leggerne l’incipit.
6. Una cosa loschissima da ascoltare
Se anche voi amate Stefanone Nazzi, se anche voi amate Indagini, siete nel posto giusto. Perché ho trovato una roba che sembra fatta dalla sua cugina californiana.
In puro spirito festivo, vi lascio un bel podcast in inglese che ci racconta il lato oscuro della California.
Quello dove si drogano assai, dove vivono gli eremiti delle colline, quello senza mare, quello con i campeggi e gli animali notturni e un sacco di accadimenti loschi e illegali. Dove non ci sono né l’FBI né LAPD, ma gli sceriffi.
In pratica ci sono un uomo ucciso nella notte in una tenda davanti alle sue due bambine (gulp), alcuni omicidi mancati, sbirri che fanno i vaghi, un uomo molto personaggio ma forse accusato ingiustamente, il tutto in mezzo a boschi e colline davvero non lontani da Los Angeles, ma che sembrano stare tipo due pianeti più in là.
A me è piaciuto assai.
La stazione degli sceriffi che fanno i vaghi si chiama Lost Hills, come il podcast.
Un nome, un programma.
7. Comunicazioni e arrivederci
Come sempre, se leggi via mail e vuoi rispondermi e dirmi com’è andata, te ne sarò grata, come lo sarò se mi lascerai un cuoricino o un commento, se leggi sulla app.
Se a te, o a qualcuno che conosci, può servire un po’ di Neurolanguage Coaching® per parlare finalmente bene l’inglese, senza agitazione e usandolo come lo straordinario sturmento che è…
Vi toccherà aspettare un pochino.
Però ve lo dico comunque, perché ad aprile, circa, riapro la saracinesca, ecosì avrete tempo di organizzarvi, o dirlo a chi di dovere.
Se volete darvi da fare sul tema in primavera, per arrivare gagliard3 all'estate, vi lascio qui il link per saperne di più. E’ tutto in inglese, ma se avete domande, ovviamente, potete scrivermi in italiano.
Perché niente nuovi clienti per così tanto tempo? Perché finché sono sette fusi più in là non mi butto con nuovi clienti: credo sia più professionale farlo quando so come sono messa con internet e ho il cervello sul pezzo, e dare l’attenzione che ho mentre viaggio a chi sta già lavorando con me (non sono una brava nomade digitale. Per niente.)
Se invece preferite i social, troviamoci su LinkedIn. Io sono tra le persone meno serie da quelle parti, perché la seriosità secondo me nuoce alla salute, e perché tutta questa gente che parla di laser-focused support mi fa pensare solo ai gattini con le spade laser. Teniamoci compagnia lì, tra lettori. Torno a fine febbraio (la detox dai social per lavoro mi sembra geniale)
È la prima mail che ricevi? Qui trovi l’archivio di tutte le altre :)
Io ho finito, e tra poco pure il 2023.
Il prossimo numero di Catrame Extra, l'Inserto Infodemico, dovrebbe uscire quando sono a Kuala Lumpur e non garantisco di non essere sommersa dal ritorno, dal fuso, dall'architettura o piena di laksa 😅
Ho idea che leggerò molti articoli e sentirò molti podcast sugli autobus, quindi ne avrò da dire.
Magari a frequenza random, perché vorrei usare il computer il meno possibile, il primo mese di viaggio, ma ci vediamo sicuramente.
Buona fine e buoni inizi.
Grazie di leggermi ❄️💙
Solo per dire che il secondo libro ha il link che non funziona. Almeno a me non funziona. Buon anno!
Buon Anno :)
ancora non ho letto, sono ferma a qualche puntata indietro ma adoro i tuoi consigli di lettura.
Segno tutto eh, prima o poi leggerò.
Una richiesta: potresti citare anche i titoli originali dei libri? (mi sa che lo fai ma me li sono persi)
Mi sono appena scaricata Nuestra Parte de Noche ;)